MACAM – Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione


La genesi di quello che oggi è noto come M.A.C.A.M. Museo di Arte Contemporanea all’aperto di Maglione (Torino), per cui determinante fu l’incontro nel 1984 tra il critico d’arte Mario Pistono, il regista Mario Corgnati e lo stesso Cecconello.

Nell’autunno del 1984 Gastone Cecconello e il critico d’arte Mario Pistono si recarono a Maglione per conoscere Maurizio Corgnati. L’incontro fu assai conviviale, ricchissimo di aneddoti sul mondo dell’arte e dello spettacolo; infarcito di inarrivabili arguzie che gli scambi tra Pistono e Corgnati facevano scaturire ad ogni riflessione.

Ma la discussione fu tutt’altro che disimpegnata. Il tema di come portare l’arte verso la gente – con un anticipo pionieristico rispetto agli sviluppi che oggi si coagulano intorno allo “sviluppo locale” – emerse chiaro, anche alla luce dell’esperienza allora ventennale del Premio di Pittura “Santhià”, presieduto da Pistono, che tanta parte ebbe nella definizione dell’identità comunitaria del centro vercellese.

Folgorante fu quella che divenne l’ultima battuta umoristica dell’incontro, che si fece subito dopo assai operativo: Corgnati, riferendosi a Maglione, sentenziò sardonico, in dialetto: “…il paese è di certo brutto, ma in compenso la gente è anche grama!”. Dopo la risata, carica invero di comprensione per tutto il portato sociologico di quell’assunto (la chiusura culturale, l’inerzia verso la manutenzione degli stabili, la forzata lontananza del mondo contadino dai richiami del contemporaneo, ecc…)

fu Cecconello a proporre l’idea di chiamare una selezione di suoi amici pittori, taluni orbitanti anche in seno al premio “Santhià”, per intervenire sui muri sbrecciati e le case cadenti di Maglione. Pistono sottolineò entusiasticamente la proposta, riportando a Corgnati la breve cronistoria della cosiddetta “Consorteria dei figuranti”, gruppo di artisti capitanati da mio padre che l’anno prima si erano dati addirittura un “manifesto” che stabilisse il loro operare di pittori itineranti.

 

Ecco una breve sintesi di quegli inizi tratta dalla biografia di Cecconello scritta da Alice Actis e pubblicata nella monografia del 2012 edita da Silvana Editoriale.

Negli anni ottanta si avvicinava all’affresco. La prima volta in cui si cimenta con questa nuova tecnica è nel 1982, a San Paolo Cervo, vicino Biella, dove a uno scalpellino che stava sistemando la propria baita, Gastone si offre di realizzare un affresco sulla facciata. L’affresco di 60 x 80 cm rappresenta degli spaccapietre intenti al lavoro: “Questo fu il mio primo affresco, non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo in seguito”.

Questa esperienza avrebbe costituito l’incipit dell’attività della “Consorteria dei Figuranti”, conosciuta come i “Tectores Errantes”, formalizzata dal Manifesto scritto da Mario Pistono e firmato l’8 settembre del 1984 da Gastone (che era anche il coordinatore del gruppo), Sergio Alice, Enzo Bellini, Alberto Cropelli, Annibale Follini, Giulio Picelli, Mariano Pieroni, Epifanio Pozzato, Vanni Saltarelli.

[…] Tra l’artista e il regista (M. Corgnati) comincia una lunga frequentazione e un proficuo confronto intellettuale. Entrambi si erano coesi nel desiderio di cambiare il volto a Maglione, convincendo alcuni artisti ad affrescare sulle facciate delle case una loro opera, un po’ come era avvenuto ad Arcumeggia tra il 1956 e il 1970, dove lungo le stradine del piccolo villaggio si ammirano affreschi di Achille Funi, Aldo Carpi, Gianfilippo Usellini, Giuseppe Migneco, Ferruccio Ferrazzi, Giuseppe Monanari, Aligi Sassu, Gianni Dova e molti altri. In poco tempo, questo progetto diventa una realtà.

Il 20 settembre 1985, giorno della festa patronale di San Maurizio, Reggiori, Trolese, Follini, Cropelli, Alice, Saltarelli, Pieroni, Picelli, Bellini e Carena, con Cecconello in testa, si mettono all’opera per dar vita al MACAM, Museo di Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione. Il successo sarebbe stato tale che per molti anni ancora moltissimi altri artisti avrebbero prestato il loro talento per lasciare a Maglione una traccia del loro passaggio.

A quella proposta, formulata da Cecconello e Mario Pistono a Corgnati, seguirono mesi di incontri e messe a punto di quella che l’anno successivo divenne la prima edizione degli affreschi a Maglione.

Vado alle conclusioni, sperando di non aver annoiato con questi dettagli. Sul depliant, quindi, e più estesamente sul sito web del M.A.C.A.M. viene riportata una storia monca di questa scaturigine significativa, di questo ambito amicale e affettivo. Gastone Cecconello e Mario Pistono non sono mai citati. Sul depliant cartaceo non è neppure pubblicata una immagine delle opere di Cecconello, pur essendo state di quelle seminali.

Cecconello fu dunque la scintilla che fece scattare l’iniziativa, colui che attuò con fare assai pragmatico la procedura per realizzare gli interventi con la vera tecnica dell’affresco, colui che coagulò le prime energie e i primissimi pittori che intervennero in loco; Corgnati fu di sicuro il padre nobile, il padrone di casa che, successivamente – allorquando Cecconello abbandonò la collaborazione, radunò gli altri illustri artisti che oggi compongono il mosaico M.A.C.A.M..