ANTOLOGIA CRITICA

L’opera di Gastone Cecconello si analizza per passi, cicli, per gruppi d’opere, nelle direzioni opposte, anche a ritroso. Egli riesce a essere diacronico rispetto alla propria opera: questa è la sua coerente estemporaneità, quando anche non mescola astrazione e figurazione, contrapponendo i propri stessi modi, affidandosi ai molti venti che premono sulle sue vele spingendo verso il largo oppure dirigendolo a vari porti. Ma, coscientemente, volutamente, tutto ciò avviene nel mare dell’arte e della sua storia millenaria. Si dica, altrimenti, a quali altre certezze l’artista di oggi dovrebbe affidare la navigazione nell’esistenza, se non a quella consapevole del dubbio costante. [Leggi tutto]

– Renzo Margonari, 2004

Propriamente il motto di Cecconello dovrebbe essere il detto di Eraclito: tutto si rinnova. Nella sua inesausta curiosità, tutte le tecniche della pittura, da quando l’uomo l’ha sentito il bisogno di dare espressone al suo insondabile mistero; tutti i pigmenti coloranti, tutti i supporti, e non contento, inserendo nella struttura pittorica gli elementi più eterogenei, più estranei, i quali miracolosamente s’inseriscono in quel nuovo straniero contesto come se ci fossero nati. [Leggi tutto]

– Maurizio Corgnati, 1991

(…) ritroveremo, nella veemente proiezione atemporale del paesaggio cecconelliano, inobliabili paure che, nella luce un poco torva di un cielo, nel profilo teso di una collina zoomorfa, nell’arcana oscurità di un bosco, nel caotico rigoglio di messi non seminate e non coltivate dall’uomo, nella furia di un uragano o nell’avvampo di fiori selvaggi, trattengono, forse inconsciamente, lo spirito di una narrazione leggendaria – spirito celtico prima che piemontese – il remoto rimbombare degli eventi geologici che hanno formato le strutture delle regioni in cui viviamo, i codici di un rapporto retinico con il mondo visibile, i quali non possono non essere specificamente ed unicamente “nostri”. [Leggi tutto]

– Angelo Gilardino, 1990

Il linguaggio di Cecconello si identifica con la sua ricerca, con un’elaborazione che si svolge secondo un pacato distendersi dei volumi compositivi, con un gusto per la materia che acquista il valore di un’infinita intuizione o della luce o, ancora, di una sottesa ironia. [Leggi tutto]

– Angelo Mistrangelo, 1991

Pensoso del destino dell’uomo, Gastone Cecconello ha rivolto in più occasioni la propria partecipante attenzione anche sulla condizione esistenziale, trovando in essa una pluralità di stimolazioni del proprio agire. Contrariamente a troppe espressioni dell’arte del nostro tempo connesse a questo tipo di motivazioni – che per lo più si mummificano nei limiti di un frigido referto sociologico – Cecconello persegue la via del discorso simbolico con esiti di notevole pregnanza. [Leggi tutto]

– Carlo Munari, 1991

Si deve convenire che questo furore espressivo, questa esplosione di colori, questa luce che investe il tessuto del quadro, appartiene alla sua volontà di trasmettere sensazioni emergenti da lontane sedimentazioni del pensiero, di tradurre la realtà quotidiana in una rappresentazione intensa e intensamente avvertita come segnale di una vitalità esistenziale che si stempera sulla tela con inusitata tensione emotiva.

– Angelo Mistrangelo, 1990

Gastone Cecconello fissa numeri sul volto di gente che pensa di avere una fisionomia sua propria (i “ritratti fiscali”). È uno che livella nasi, occhi e bocca a simulacri umani convinti di avere una individualità (le sue figure umanoidi). È uno che incasella pluralità, “masse” di persone ridotte a emblema-sembiante del proprio effettivo peso sociale annullato. Annullato perché tali masse sono acritiche, prive di autonomia di pensiero, rese passive dalle quotidiane violenze di una pseudo-filosofia mercantile totalitaria ed invadente. [Leggi tutto]

– Mariano Pieroni, 1985

Tra questa miriade di segni, di sogni, di illuminate trasposizioni, nella girandola effervescente dei soggetti che appaiono e tramontano all’attenzione artistica del nostro autore, una si eleva a simbolo, a faro, a sintesi del suo messaggio ideale: è la stilizzata immagine dell’uomo del suo tempo, del nostro tempo tragico e solenne; l’uomo fuorviato, quasi sbalzato dal suo lento incedere nel cammino della Storia, preso nella morsa di una civiltà che tutto sacrifica al divenire della materia e della tecnologia. [Leggi tutto]

– Mario Pistono, 1990

Cecconello è un artista che non rifugge dal mondo, anzi lo affronta in tutti i suoi aspetti con un candore ironico e con un atteggiamento fondamentalmente ludico. Egli non tenta di rimpiazzare la realtà della storia e della cronaca con una finzione, ma apre, nella sua arte, un processo rappresentativo che ricolloca il mondo reale, svelandolo in una luce diversa, in un mondo ancor più reale. Si direbbe che la realtà ordinaria sia ai suoi occhi un mazzo di carte con il quale è possibile inventare un’infinità di altri giochi e innalzare audacissime costruzioni. [Leggi tutto]

– Angelo Gilardino, 2003

Altro carattere della sua personalità è rappresentato dal far ricorso simultaneo, ovvero alternato, alle diverse espressioni della pittura e della scultura secondo modalità che conservano elementi linguistici comuni, sovente assorbiti insieme perché prodotti dallo stesso impulso. Non credo che la sua sia mai stata un’operazione da circoscrivere nel piano puramente formale. Il rigore della forma non mi sembra abbia mai escluso l’elemento emotivo, perché Gastone Cecconello è riuscito a sottoporre quest’ultimo a una azione di controllo e di verifica. [Leggi tutto]

– Salvatore Maugeri, 1991

Levando ben alto il suo grido di protesta Cecconello non intende dissociarsi dalla realtà sociale in cui vive, nelle sue opere il dramma assurge a livelli poetici che si impongono tra le scorie del materialismo, pur calati in una realtà che disinnesca ogni velleità e disarma sistematicamente l’ambizione al bello; da questo profondo contrasto prende corpo un appello accorato a chi ancora può dare un colpo di timone, una sterzata salutare al folle procedere delle cose del mondo, tale da permetterne la continuazione. [Leggi tutto]

– Mario Pistono, 1980